Il gruppo assicurativo veronese intende sviluppare la potenzialità del settore, facendo leva sulla posizione di leadership costruita con l’acquisizione di Fata dal gruppo Generali.
Il piano triennale 2014-2015 di Cattolica mira, tra le altre cose, a consolidare la leadership nel comparto agroalimentare. Il gruppo veronese intende sviluppare il potenziale assicurativo del settore, facendo leva, appunto, sulla posizione di leadership costruita con l’acquisizione di Fata dal gruppo Generali (nella foto, i vertici di Cattolica presentano ai dipendenti e agenti di Fata l’operazione di acquisizione, l’incontro è avvenuto lo scorso giugno). In particolare, il focus su cross-selling è rivolto a persone, famiglie e aziende del settore agricolo, e allo sviluppo di partnership con i principali attori della filiera agroalimentare.
Cardinaletti: «Nel 2013, la nostra presenza nel settore agricolo si può misurare in modo molto sintetico in una raccolta di circa 400 milioni di euro di premi. L’ambizione è quella di arrivare a mezzo miliardo», ha detto Marco Cardinaletti, direttore generale di Cattolica Assicurazioni. «Con l’acquisizione di Fata», ha aggiunto, «il gruppo Cattolica ha in mano il 25% del mercato italiano».
Il direttore generale è anche entrato nel merito di quelli che saranno i punti su cui si focalizzerà l’attività di Cattolica, a cominciare dall’aumento della penetrazione dei prodotti danni legati all’impresa agricola, che per Cardinaletti è «vitale». Si punterà anche sul cross selling su individui e famiglie del settore agricolo («con particolare riferimento alla previdenza e proprio per questa ragione è necessaria una interazione forte con gli attori che operano in questo settore, penso per esempio alle associazioni», ha specificato Cardinaletti), su cross fertilization di competenze tra Fata e Cattolica («mettendo a frutto le sinergie da competenze delle due compagnie») e sullo sviluppo di prodotti e servizi innovativi per migliorare la gestione del rischio agricolo.
Fabio Sgroi
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