lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

IL GRUPPO AGENTI GENERALI ITALIA SULL’AFFAIRE INTESA-GENERALI: «IL TEMA E’ SCOTTANTE. IN MANCANZA DI GARANZIE, PRONTI A UNA “FUGA”»

La rappresentanza agenziale da una parte chiede chiarimenti al top management del Leone, dall’altro si dice preoccupata per l’esito dell’operazione.
  

vincenzo-cirasola-7Mentre la vicenda Generali-Intesa Sanpaolo ogni giorno si arricchisce di particolari, fra strategie di difesa messe a punto dal Leone e dichiarazioni di cautela da parte del gruppo torinese, c’è da registrare, nei giorni scorsi, una lettera che il Gruppo agenti Generali Italia (Gagi) ha indirizzato a Gabriele Galateri di Genola e a Philippe Donnet, rispettivamente presidente e group ceo di Assicurazioni Generali, nonché ai componenti del consiglio di amministrazione del Leone, con cui la rappresentanza agenziale ha chiesto «chiarimenti» e allo stesso tempo ha manifestato «preoccupazioni» sul progetto di acquisizione che ha in testa Intesa Sanpaolo.

«Ogni giorno leggiamo sulla stampa generalista italiana e internazionale, nonché sulle stesse riviste specializzate, nuove dichiarazioni del Ceo di Intesa Sanpaolo, che ci preoccupano sempre di più perché interessate soltanto ad evidenziare il futuro del mondo bancario e il peso che questo avrà nel nuovo progetto, ma nessuna parola viene fatta sul futuro che attende il business assicurativo, di cui noi siamo i principali esponenti», ha scritto Vincenzo Cirasola (foto sopra), presidente del Gagi.

«A tal proposito desideriamo sapere, quale spazio occuperà il core-business assicurativo in tale progetto? E noi, come intermediari di un business che si concentra, non solo nel ramo vita, ma anche sui rami danni, che fine faremo?», ha chiesto Cirasola. «Sono domande che è lecito porsi visto che da più di 185 anni gli agenti di Generali Italia sostengono la raccolta industriale contribuendo a oltre il 60% dell’utile netto realizzato dalla compagnia. Inoltre, come voi stessi avete più volte sottolineato, anche recentemente in occasione del nostro 32° congresso a Venezia, la rete degli agenti è il fulcro per le Generali. Ci domandiamo: ma lo sarà anche dopo?».

Cirasola, poi, ha ricordato alcune affermazioni di Donnet a Venezia, foto sotto («siamo orgogliosi del percorso fatto assieme agli agenti, e non c’è successo senza una rete distributiva forte, potente e con una relazione esclusiva. La rete degli agenti è e rimarrà centrale per le Generali»), prima di porre nuovamente una seie di domande al top management della compagnia.

«Siamo consapevoli di ciò che muove Intesa Sanpaolo e che l’interesse principale della banca è di salvare l’italianità del risparmio gestito, ma chi salverà l’italianità delle assicurazioni? A chi sarà affidata la distribuzione e la consulenza dei rami danni? Noi che siamo sempre stati l’asset strategico della compagnia, che fine faremo? Il business assicurativo sarà diviso tra: rami danni a noi agenti e ramo vita ai bancari, come pensano in molti? E se queste sono le condizioni che futuro avrà il business danni? Sarà ceduto a terzi? A chi? I “nostri” clienti multiramo, che sono il vero e grande patrimonio di Generali, che fine faranno? Anche loro saranno divisi tra polizze vita da una parte e polizze danni dall’altra?».

Donnet  giugno 2016 congresso Gaa«Ci auguriamo veramente», ha auspicato Cirasola, «che non si pensi di affidare tale consulenza della gestione del rischio al canale bancario e agli sportellisti bancari, i quali, con tutto il rispetto che nutriamo, hanno fatto fino a ieri un altro lavoro e non sono in grado, né hanno maturato le competenze, e non possono neanche maturarle con 30 ore di formazione, o con l’iscrizione al Rui, per poter svolgere una consulenza professionale, efficace ed efficiente. Non pensino questi signori che essere attivi su un prodotto commodity come la Rc auto voglia dire saper fare gli assicuratori e che vendere unit-linked o polizze finanziarie sia la consulenza che noi prestiamo nel ramo vita. In un paese come la nostra Italia, che soffre di sotto-assicurazione, dove le calamità naturali hanno creato notevoli disagi, dove la previdenza e la sanità diventeranno cruciali per il futuro dei giovani, pensare di poter abbandonare o cedere a compagnie straniere questo business interno è veramente da miopi».

E poi un appello anche al Governo, che «dovrebbe evitare di distruggere o di “spezzettare” “il gioiello” del nostro bel paese, che nella sua lunga storia ha creato profitti a tanti, compreso al nostro stesso Stato e in particolare agli azionisti, grazie e soprattutto alla raccolta industriale di noi agenti, e non certo per le operazioni finanziare eseguite. Inoltre, sempre i nostri “governanti” hanno riflettuto sulla crisi occupazionale che si verrebbe e creare se quest’operazione andasse in porto, per le circa 100.000 risorse, amministrative e commerciali, che operano nel mondo agenziale di Generali Italia?».

Gli associati al Gruppo agenti Generali Italia, ha sottolineato il suo presidente, «oltre a essere rammaricati per il silenzio che sta accompagnando questa notizia, si trovano a vivere un momento di estremo disagio, che ha effetti non indifferenti sulla produttività dei singoli. Già abbiamo dovuto passare gli ultimi anni in salita con sacrifici a causa della riorganizzazione aziendale e della costituzione della newco, ora ci sono anche questi rumors e prospettive che ci fanno vedere un futuro sempre più nero e rimpiangere la tanto amata Assicurazioni Generali, una delle aziende italiane più prestigiose e il cui farne parte era motivo di orgoglio e di vanto. Chissà se sarà ancora così. Ne siamo profondamente dubbiosi, ma noi agenti professionisti, quelli veri, faremo di tutto per continuare a essere protagonisti della ”nostra” Generali e ci opponiamo con tutte le nostre forze alla distruzione di un’azienda italiana che è stata per anni il fiore all’occhiello di questo paese e che ha assicurato e protetto milioni di famiglie e aziende. Se questo non avverrà, se la nostra Generali non esisterà più, ci sarà un serio rischio di “fuga” di noi agenti, insieme ai nostri milioni di clienti, verso altre compagnie».

Gruppo agenti Generali ItaliaLE REAZIONI, E NON, ALLA LETTERA – Assicurazioni Generali non ha fornito alcuna risposta ufficiale a questa lettera, anche se sembrerebbe comunque che un confronto, breve, ci sia stato. Chi invece ha detto qualcosa è Intesa Sanpaolo, anche se non ufficialmente. Il Sole 24 Ore Radiocor Plus ha infatti riportato quanto fatto trapelare da «fonti vicine alla banca», che «sottolineano tuttavia che i progetti di Intesa Sanpaolo riguardanti il gruppo Generali, sui quali il management è al lavoro, hanno come riferimento la valorizzazione del ruolo degli agenti nella nuova combinazione. Le stesse fonti evidenziano poi che il gruppo Intesa Sanpaolo ha come tratto fondamentale della propria identità la tutela dell’occupazione e lo sviluppo professionale dei propri dipendenti. Quanto poi alle considerazioni riguardanti la presenza internazionale del gruppo Generali, si fa notare che lo stesso piano di impresa della compagnia del Leone, presentato nello scorso novembre, prevede una significativa riduzione della dimensione internazionale del gruppo».

IL GAGI: «L’ARGOMENTO E’ SCOTTANTE» – In un post pubblicato sul proprio profilo Fb, il Gruppo agenti Generali Italia ha rimarcato un concetto: «il fatto che la notizia della lettera del presidente Cirasola inviata ai vertici di Generali, per criticare l’Ops di Banca Intesa é stata ripresa dalla stampa nazionale, e pubblicata sulla prima pagina dell’inserto “Finanza e Mercati” de Il Sole 24 Ore e quello del Corriere della Sera dire vuol che ha colto nel segno. Una reazione così forte e precipitosa di Banca Intesa significa che quanto scritto è argomento “scottante” che vogliono subito bloccare e tacitare. Il problema serio è che i “banchieri’ di Banca Intesa non sanno neanche la differenza tra agenti e dipendenti. Nella nervosa replica hanno parlato della salvaguardia dell’occupazione dei dipendenti, perché questi signori dell’alta finanza, forse non sanno neanche chi sono e cosa fanno gli agenti. Speriamo che i grandi e soprattutto i tanti piccoli azionisti di Generali non si facciano imbonire da queste operazioni speculative e distruttive di valore».

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA