Laura Maida, industry head finance dell’azienda, chiarisce la posizione del colosso americano in Italia e sottolinea: «il digital non si pone come antagonista rispetto al canale tradizionale».
«Google? Non ha alcuna intenzione di sostituirsi al mercato assicurativo». Laura Maida (nella foto), industry head finance di Google, ha voluto chiarire la posizione della sua azienda rispetto ad alcune voci talvolta incontrollate e anche infondate. Maida, intervenuta all’ultimo Annual delle Assicurazioni del Sole 24 Ore di qualche settimana fa, era una dei relatori a una tavola rotonda che ha affrontato il tema relativo alle strategie da adottare per conquistare i consumatori del futuro.
Dopo aver affermato che comunque Google «lavora in partnership con molte assicurazioni», Maida è entrata nel merito dei comportamenti degli utenti quando si trovano di fronte al motore di ricerca e ricercano notizie su come assicurarsi. «Per quanto riguarda il mercato assicurativo italiano», ha detto, «su Google.it registriamo centinaia di migliaia di ricerche sul mondo auto, ricerche che anno su anno crescono del 20% e che nel 45% dei casi (dato di settembre 2016, ndr) vengono effettuate da smartphone».
Per Maida «il digital non si pone come antagonista rispetto al canale tradizionale. Certo il comportamento dei clienti è cambiato, il digital ha modificato il processo di acquisto dei clienti, soprattutto nella fase iniziale, quindi prima dell’acquisto stesso. Oggi, in generale, la persona che si vuole assicurare si reca in agenzia dopo aver fatto le sue ricerche sul web e dopo aver visionato le caratteristiche dei prodotti che gli interessano, laddove si trovano informazioni on line. Diciamo che arriva in agenzia con le idee più chiare». E questo in un certo senso agevola il lavoro dell’intermediario agente. «Rispetto a 5-10 anni fa il compito dell’agente è sicuramente più facile».
Poi una considerazione sulla presenza delle agenzie sul motore di ricerca. «Sento parlare molto di cambiamenti tecnologici in atto nelle imprese assicurative, ma devo rilevare che ancora oggi ci sono agenzie che non sono mappate da Google. Significa che non tutti stanno sfruttando appieno la tecnologia digitale…».
Fabio Sgroi
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