A un anno dalla nascita, la Confederazione Agenti Generali Italia si è ritrovata a Monte Carlo per fare il punto e per definire i prossimi passi da compiere. Presenti circa 400 agenti e i vertici della compagnia.
Sono stati circa 400 gli agenti che hanno preso parte alla prima convention di Confagi, la Confederazione Agenti Generali Italia che per festeggiare il primo anno di vita ha organizzato un evento a Monte Carlo giovedì (cena di gala presso la Salle des Étoile dello Sporting Club) e venerdì (convention presso la Salle d’Or del Fairmont Hotel) scorsi.
Il programma, riportato da tuttointermediari.it alla vigilia della convention, è stato molto ricco e ha previsto la partecipazione anche di personaggi del mondo dell’informazione e dell’economia. Massiccia anche la presenza dei manager della compagnia.
Sono intervenuti, fra gli altri, Philippe Donnet, ceo Group Generali, Marco Sesana, ceo & gm Generali Italia, Giancarlo Bosser, chief life & employee benefits officer, Stefano Gentili, chief marketing & distribution officer e Massimo Monacelli, chief property & casuality and claims officer.
Lo slogan (AggregAzione) dato dagli autori alla prima convention Confagi ha evocato in sé le ragioni dell’unione tra i tre grandi gruppi confederati: l’unione tra Anagina (Associazione nazionale agenti Ina Assitalia), Gaag (Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico) e Unat (Unione nazionale agenti Toro), si legge in una nota, «nasce dalla condivisione di obiettivi e strategie e dall’esigenza di rappresentare un’unica voce nel dialogo con la compagnia mandante».
In apertura di convention, i tre presidenti hanno espresso il proprio pensiero su Confagi e sul sistema di relazioni con l’impresa. Antonio Canu (Gaag), Mariagrazia Musto (Unat) e Davide Nicolao (Anagina) (nella foto in alto, da sinistra) hanno rappresentato i motivi che hanno dato luogo all’unione, ribadendo la necessità di un confronto con Generali Italia che sia «vivo, continuo, ma soprattutto che tenga in giusta considerazione, equamente, le diverse reti interessate al processo di integrazione». Musto ha ricordato i momenti «accesi di incomprensione sulle decisioni assunte nel renaming agenziale». I tre presidenti hanno espresso «a ritmi calzanti e a più riprese, ricevendo lunghi applausi dai presenti, l’esigenza che Generali Italia consideri, nell’integrazione, le caratteristiche e le peculiarità di tutte le reti coinvolte affinché ciascun modello possa ricevere la giusta valorizzazione divenendo anche motivo di successo per Generali Italia». Canu, per esempio, ha sostenuto «che non è possibile assemblare tra loro cose non compatibili, riferendosi in particolare ai temi di fondamentale importanza per le reti, oggetto a breve di confronto, quali mandato unico e accordi integrativi collettivi». (Nella foto sopra, si riconoscono Donnet, primo da sinistra, e Sesana, secondo da destra)
Nicolao, infine, ha ricordato come Confagi rappresenti «il 55% del fatturato di Generali Italia e il 25% del business mondiale del Gruppo Generali. È fondamentale, quindi, considerare Confagi non controparte nel rapporto con l’impresa mandante, ma partner per un obiettivo comune: il successo di gruppo».
Fabio Sgroi
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