Tre broker che, di fronte ai cambiamenti in atto nel mercato dell’intermediazione assicurativa, hanno deciso di unire storie ed esperienze, «con grande senso di responsabilità», sottolinea Gerardo Di Francesco, managing partner di Wide Group. In questa intervista illustra come opera la nuova realtà (il core business è il settore “Energy”) e quali sono gli obiettivi. E il progetto apre le porte anche agli agenti…
Quello di Wide Group srl è un progetto assai ambizioso e anche coraggioso. Che parte da idee chiare. La nuova società di brokeraggio, costituita l’8 aprile scorso, iscritta alla sezione B del Rui l’11 maggio scorso e operativa dall’inizio di ottobre, nasce dall’unione di tre broker che hanno più di 40 anni di esperienza: si tratta di Brokerstudio srl (sede legale a Bologna, i rappresentanti legali sono Luigi Di Francesco e Rocco Bellanova), Eurobroker srl (sede legale a Bolzano, presidente e amministratore delegato è Marco Melani) e Venice Brokers srl (sede legale a Venezia, l’amministratore delegato è Cristian Speronello). tuttointermediari.it ha voluto approfondire questa iniziativa, andando a conoscere da vicino questa nuova realtà. Ed eccola, raccontata da Gerardo Di Francesco (nella foto a lato), 32 anni, managing partner di Wide Group e rappresentante legale della società insieme a Gianluca Melani.
Domanda. Come e perché nasce l’idea di riunire in una unica società le esperienze di Brokerstudio, Eurobroker e Venice Brokers?
Risposta. In realtà da oltre un anno queste tre società erano partner strategici per conoscenze personali e per aree di specializzazione. Il motivo per cui hanno deciso di unire le forze è molto semplice: si tratta di tre società di brokeraggio con una lunga tradizione alle spalle che si sono poste contemporaneamente le stesse domande di fronte ai cambiamenti in atto nel mercato dell’intermediazione assicurativa italiana. Con grande senso di responsabilità hanno deciso di unire le loro storie e le loro esperienze. Da questo presupposto nasce Wide Group. L’idea è quella di provare ad applicare saperi e approcci innovativi alla realtà del brokeraggio assicurativo per creare una sorta di agorà, ponendo quindi questo progetto di impresa come aggregatore di persone e aziende di qualità, una comunione di individualità.
D. In un mercato dove i piccoli broker sono prede più che altro delle società di brokeraggio più grandi voi avete deciso di andare controcorrente. Una scelta coraggiosa…
R. Mah, non so se siamo coraggiosi. Sicuramente abbiamo cercato un punto di partenza nella consapevolezza, nella ricerca e nello studio di quelle che sono le varie esperienze e i vari business model di ciascuno di noi e dei colleghi più strutturati. Siamo così arrivati alla conclusione che le operazioni di acquisizione “tradizionali” non sono più sistemi efficienti di aggregazione di società di brokeraggio assicurativo. Con il protrarsi della crisi, l’aumento dei rischi e dei costi di transazione, le operazioni di M&A perdono senso in un mercato caratterizzato da numerose realtà medio-piccole e prive di brevetti o patrimoni “industriali”. Per questo il nostro business model non guarda all’acquisizione di portafogli e società, ma ambisce a mettere a fattor comune saperi e infrastrutture informatiche, lasciando ai broker il controllo sui loro clienti, con la consapevolezza che il vero patrimonio del nostro settore sono le storie e le conoscenze dei broker stessi. Alla nostra iniziativa, pertanto, può partecipare chiunque…
D. Quindi in futuro dobbiamo aspettarci altre acquisizioni?
R. L’obiettivo di Wide Group è quello di crescere e diventare un punto di riferimento sul mercato nazionale. Più che acquisizioni dobbiamo aspettarci aggregazioni.
D. La nuova società come è strutturata?
R. Il top management è composto da tutti i soci delle società che hanno dato vita a questo progetto. Oltre a me ci sono Andrea Porro, Cristian Speronello, Filippo Farneti, Gabriele Vitale, Gianluca Melani, Giorgio Zamboni, Giovanni Massimi, Giuliano Luppi, Luigi Di Francesco, Marcello Pagani, Marco Melani, Matteo Barbini, Paolo Del Vecchio, Paolo Guardati e Rocco Bellanova. Il primo consiglio di amministrazione, con mandato di lanciare il progetto Wide, è costituito da me e da Speronello, Gianluca Melani, Massimi, Luppi e Barbini. C’è poi un comitato tecnico composto dagli altri broker partner soci delle strutture holding che presiede l’attività tecnica, un market place incaricato del piazzamento dei rischi complessi e di supportare gli account e i senior broker nel reperimento di prodotti per i loro clienti. Ovviamente la struttura dispone anche di altri dipartimenti: sinistri, motor, marketing-risorse umane, finanza e controllo, back office e It. La sede legale è a Bolzano e va ad affiancare altre quattro sedi operative presenti a Bologna, Milano, Biella e Treviso. Ma il concetto di ufficio è abbastanza relativo, nel senso che tutti gli applicativi che abbiamo sviluppato permettono di lavorare ovunque.
D. A stretto giro quali sono i vostri obiettivi?
R. Ci muoveremo su tre fronti: sviluppo del portafoglio diretto, sviluppo della parte grossista, quindi messa in condivisione delle specializzazioni e acquisizioni sotto forma di aggregazione di colleghi. (Nella foto a destra, gli amministratori di Wide Group. Da sinistra: Giovanni Massimi, Gerardo Di Francesco, Giuliano Luppi, Gianluca Melani, Matteo Barbini e Cristian Speronello)
D. Avete predisposto un piano industriale? Quali sono i vostri target?
R. I nostri business plan sono molto ambiziosi. Ne abbiamo predisposti due. Il primo è a tre anni (fino al 2019), il secondo è a cinque ed è più strategico e più di lungo periodo. In termini numerici ci prefiggiamo l’obiettivo di raggiungere i 10 milioni di euro in tre anni. Ovviamente una variabile importante è la frequenza e la dimensione delle aggregazioni che porteremo a termine; più saremo capaci di costruire una infrastruttura efficiente, più possibilità avremo di andare oltre i nostri business plan.
D. Quali sono gli ambiti di business nei quali opera Wide Group?
R. Il core business della società è rappresentato dal settore energy, che equivale a circa il 50% del nostro fatturato. Parliamo di eolico, fotovoltaico e biogas. C’è poi l’efficientamento energetico, una branca che si sta sviluppando sempre di più nel nostro paese e che stiamo implementando. Abbiamo un know how nei settori high net worth individual (persone che possiedono un alto patrimonio netto, ndr), corporate (Pmi, grandi e medie aziende), contingency (per esempio i rischi relativi ad annullamento eventi e meteo), impianti di risalita, personal line, waste, classic car, marine, PI e no profit. Quest’ultimo è forse il nostro vero fiore all’occhiello.
D. Operate sia in ambito nazionale, sia all’estero?
R. Sì. Per quanto riguarda il settore energy siamo attivi in tutta Europa e stiamo approcciando in queste settimane alcuni mercati oltre oceano.
D. Restiamo in ambito energy, il vostro core business. Come gestite i sinistri?
R. Abbiamo un dipartimento specializzato nella gestione dei sinistri e anche una collaborazione con altre strutture esterne, esperte in ambito ingegneristico, come per esempio Risk Lab e lo studio Pcb.
D. Quali sono i sinistri più frequenti nell’ambito energy?
R. La casistica dei sinistri è abbastanza complessa; i principali fenomeni sono legati al furto, alle fulminazioni, al guasto macchina. Le dimensioni dei sinistri variano a seconda della tipologia degli impianti, ma sicuramente i più impattanti sono quelli legati a fenomeni di subsidenza (movimento di abbassamento di una superficie deposizionale subaerea o sottomarina, in particolare del fondo di un bacino sedimentario, ndr).
D. Questo mercato in Italia non sta attraversando un momento felice. Si assiste a un calo degli investimenti, a incertezze normative, a un decadimento degli impianti, a una scarsa attrattività. Lei come lo vede?
R. Nel nostro paese, il mercato delle rinnovabili è reduce da un taglio retroattivo degli incentivi a seguito di una normativa che ha cambiato quella vigente e conseguentemente ha portato gli investitori istituzionali esteri a rivedere le loro aspettative sull’Italia trascinandola in alcuni casi in arbitrato. Il mercato delle rinnovabili, così, ha visto diversi fallimenti, ma allo stesso tempo ha fatto sì che le realtà più meritevoli crescessero molto. Oggi l’Italia è il secondo paese in Europa, dopo la Germania, con più impianti installati e in attività. Impianti che vanno mantenuti e fatti funzionare. In questo contesto l’assicurazione gioca un ruolo importante. Quello che immagino io in futuro è che l’assicurazione diventi una parte fondamentale dell’impianto come oggi è per il settore auto.
D. I prodotti assicurativi attualmente in commercio sono adeguati?
R. Ci sono compagnie che nell’ambito energy lavorano seriamente: hanno un sottoscrittore e ottimi dipartimenti. Mi riferisco, tanto per fare qualche nome, a Itas, Aig, Synkronos, Generali Italia e anche i Lloyd’s.
D. L’offerta è completa? Oppure c’è bisogno di qualcosa?
R. I prodotti sull’efficientamento energetico stanno stentando a partire. Questo perché l’intero mercato dell’efficientamento sta crescendo più lentamente del previsto. Sarebbe auspicabile che ci fosse più offerta di prodotti assicurativi dedicati. Alcuni player specializzati, comunque, ci stanno lavorando seriamente.
D. Collaborate anche con gli agenti di assicurazione?
R. Abbiamo collaborazioni con agenzie di tutte dimensioni. Quando parlo di mercato dell’intermediazione assicurativa mi riferisco anche agli agenti che stanno vivendo e vivranno le implicazioni del cambiamento del mercato in maniera particolarmente impattante. Wide si propone di essere una opportunità per tutti in questo momento di trasformazione.
D. Che cosa si aspetta da questa nuova avventura?
R. Mi attendo 5 anni entusiasmanti in cui mi auguro di potere realizzare quanto è stato prefissato.
Fabio Sgroi
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