Fra i temi toccati dal presidente dello Sna, oggi a Bari durante il congresso nazionale, anche quello annoso di un accordo che a suo dire va «aggiustato e ammodernato».
Oggi primo giorno di lavori nell’ambito del 49esimo congresso nazionale dello Sna, che si sta svolgendo a Bari fino a domani. Fra i tanti argomenti toccati da Claudio Demozzi (foto a lato) nella sua relazione c’era anche il rinnovo dell’accordo nazionale impresa agenti.
Demozzi, fra l’altro, ha parlato, ribadendo un concetto già espresso in passato, della necessità «non più procrastinabile», da parte della categoria agenziale, «di avvicinarsi al cliente disponendo del più ampio ventaglio di prodotti possibile. Ciò è oggi permesso dal combinato disposto del divieto di patti di esclusiva tra agente e impresa (Legge 248/2006 “Bersani”, Legge 40/2007 “Bersani-bis”) e dalla libertà di collaborazione tra tutti gli intermediari professionali (Legge 221/2012 “Fioroni-Vicari”). E ciò è oggi garantito anche dalla recente istruttoria dell’Antitrust, che grazie a Sna, che l’ha richiesta ed ottenuta, ha liberato, speriamo per sempre, questa categoria dagli antistorici patti di fidelizzazione, dagli insopportabili limiti di utilizzo delle tecnologie agenziali, dall’opprimente “patto trilatero” e da altri lacci e lacciuoli che per decenni ci hanno impedito di organizzare le nostre microimprese secondo le nostre necessità», ha affermato. Lo Sna si dice convinto che gli agenti debbano prendere le distanze «senza esitazione, da chi cerca, attraverso subdole strategie, di relegarci nel ruolo di meri venditori porta a porta, o di confonderci in tanti indifferenziati “point of sale” dell’impresa».
Il sindacato di via Lanzone è deciso anche a «incalzare quei presidenti di gruppo aziendale che appaiono più titubanti o che, nonostante i proclami belligeranti, nei fatti concedono ampi spazi di manovra alla compagnia, ripiegando su negoziazioni al ribasso».
In più occasioni Demozzi si è soffermato sul ruolo delle rappresentanze agenziali, un ruolo definito «fondamentale, in questa epoca più che in passato, per evitare che le singole compagnie depredino gli agenti dei diritti faticosamente ottenuti grazie alla contrattazione collettiva di primo livello. Proprio per questo la condotta dei singoli presidenti di Gaa assume particolare rilevanza ai fini della salvaguardia di tali diritti, che ci auguriamo di poter nuovamente sancire, con qualche doveroso aggiustamento e ammodernamento, con la riforma dell’Ana vigente (Ana2003)», ha affermato.
Demozzi non ha mai nascosto la speranza di arrivare a un confronto costruttivo con l’Ania, ma si è detto pronto eventualmente ad andare oltre. «Se non riusciremo a difendere la centralità che meritiamo nel mercato dell’intermediazione assicurativa per via negoziale, se l’Ania non si dimostrerà disponibile a un serio, costruttivo, leale e trasparente confronto sull’Ana da avviare entro il 2017, percorreremo nuovamente altre vie, ricorrendo se necessario alle autorità di controllo e vigilanza e alle forze parlamentari e di Governo per tutelare la nostra figura professionale e i nostri diritti imprenditoriali».
Fabio Sgroi
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