Gruppo agenti Generali Italia, Gruppo agenti di Assicurazione Toro e Confagi (la confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia che raggruppa Anagina, Gaag Lloyd Italico e Unat) rispondono alla lettera della compagnia. La strada verso il mandato unico inizia in salita. Donnet: «Il viaggio verso una cultura comune sarà lungo, ma dobbiamo farlo insieme».
L’incontro fra i vertici di tutti i gruppi agenti di Generali Italia (Gruppo agenti di assicurazione Toro, Gruppo agenti Generali Italia e Confagi, la confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia che raggruppa Anagina, Gaag Lloyd Italiaco e Unat) si è tenuto a Roma lunedì scorso. L’oggetto? La disdetta degli accordi economici da parte della compagnia. E che l’argomento fosse delicato si era capito da una nota diramata alla stampa qualche giorno prima, con la quale l’Unat aveva commentato con «profondo sconcerto» la decisione di Generali Italia.
I vertici dei gruppi, come era prevedibile, hanno predisposto un comunicato, una lettera che è stata inviata nella giornata di ieri a Stefano Gentili, chief marketing & distribution officer di Generali Italia e per conoscenza a Philippe Donnet, group ceo e country manager di Generali Italia e a Marco Sesana, amministratore delegato di Generali Italia. Un lettera forte, che fa riferimento, appunto a quella inviata dalla compagnia lo scorso 29 giugno relativa alla «disdetta rivolta ai rispettivi contratti integrativi, tuttora in essere, con i Gruppi agenti di Generali Italia». Una disdetta che, dopo un «propositivo e approfondito dibattito», è stata respinta dai presidenti dei gruppi con «fermezza sul piano politico», dal momento che questa decisione della compagnia ha «sorpreso e amareggiato» gli stessi.
Nella lettera inviata alla mandante, i presidenti di Gaat (Roberto Salvi), Gagi (Vincenzo Cirasola) e Confagi (Antonio Canu, Mariagrazia Musto, Davide Nicolao) non entrano nel merito «della validità giuridica» di questo atto «unilaterale» (su questo si esprimeranno «dopo i confronti tecnici con i nostri consulenti legali») ma ritengono che questo comportamento «sia in netto contrasto con le buone relazioni industriali che dovrebbero tra noi intercorrere e che avete professato in più occasioni di condividere, soprattutto nel momento attuale, assai delicato per noi agenti a causa della complessa riorganizzazione aziendale che avete messo in atto senza la gradualità necessaria e al perdurare di tutte le disfunzioni assuntive, amministrative e liquidative che viviamo nella nostra quotidiana attività, come già più volte a Voi palesato».
Poi hanno aggiunto: «Il “Mandato Unico” è un progetto molto ambizioso e complesso che merita il tempo necessario e, come tale, va negoziato in un clima sereno e costruttivo, e non sotto la “spada di Damocle” di accordi integrativi da rinegoziare totalmente, allo scopo di sottoscriverne uno a valere per tutti, operazione proibitiva se da compiersi unitamente alla riscrittura del Mandato agenziale, e oltretutto entro i tempi che vi siete prefissati. Inoltre sarebbe opportuno scriverlo alla luce del rinnovo dell’Accordo impresa agenti, di primo livello, che è disdettato da 10 anni e per il quale, anzi, vi invitiamo a far sentire la vostra autorevole voce in sede Ania, visto anche il ruolo ricoperto dal nostro Group Ceo presso tale sede».
I gruppi agenti hanno chiesto, in sostanza, di «ritirare quanto prima la disdetta, per poter iniziare a lavorare insieme con reciproca responsabilità sul “Progetto Mandato Unico”». Viceversa i gruppi si vedranno «costretti a non partecipare al suddetto tavolo». Gli stessi gruppi agenti si aspettano un revoca della disdetta.
LE FRASI DI DONNET – Quello del mandato unico, dunque, è un tema che catalizzerà i rapporti fra i vertici di Generali Italia e i gruppi agenti nei prossimi mesi. Appena un mese fa, su questo tema era intervenuto Philippe Donnet (foto a lato), group ceo e country manager di Generali Italia, nel corso dell’ultimo congresso del Gruppo agenti generali Italia a Venezia. Ecco quanto aveva detto: «Generali intende rispettare la diversità delle agenzie e lo farà sempre, ma vuole creare sempre di più una convergenza forte tra le reti e fra gli agenti. Il viaggio che creerà questa cultura comune e questa convergenza (penso per esempio al mandato unico, un cantiere importante per Generali Italia) è lungo e dobbiamo farlo insieme. Sono convinto che, dopo quello che è stato fatto negli ultimi anni, tutti insieme sapremo continuare e accelerare su questo percorso di convergenza dei valori e di costruzioni di una cultura comune».
La questione, insomma, è delicata. Adesso la parola passa alla compagnia, la cui risposta, con tutta probabilità, non tarderà ad arrivare.
Fabio Sgroi
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