Diverse le ricostruzioni fatte dai media in queste ultime ore. Dalla mancanza di una visione condivisa a contrasti con alcuni azionisti, dalla durata del contratto a un fattore economico.
Mario Greco (nella foto) il giorno dopo. Molti giornali già ieri sera, ma anche stamattina, si sono sbizzarriti sui motivi che hanno spinto il manager a lasciare la carica di group ceo di Generali e ad accettare il ruolo di chief executive officer di Zurich a partire dal prossimo 1 maggio (per lui si tratta di un ritorno nella compagnia elvetica).
Secondo quanto riportato da la Repubblica, Greco ha informato ieri i consiglieri di Generali con una lettera nella quale ha evidenziato la mancanza di «una visione condivisa del mio ruolo in azienda, dovuta a contrasti con alcuni azionisti». Greco ha poi ringraziato sia Caltagirone, sia Del Vecchio, non citando, sempre secondo quanto scrive il quotidiano, gli altri due azionisti Mediobanca e De Agostini. I quali, però, hanno assicurato di aver proposto «un contratto di rinnovo per 6 anni, con la possibilità per il manager di individuare il suo successore al termine di questo lungo periodo».
Versione sostanzialmente simile a quella ricostruita dal Corriere della Sera: «Greco avrebbe avvertito nel corso del negoziato per il rinnovo che non c’era una visione condivisa sul fatto che lui dovesse proseguire nella guida del gruppo nella nuova fase. Non ci sarebbero stati né scontri né dissensi ma Greco avrebbe preso atto della situazione considerando pieno diritto degli azionisti scegliere l’amministratore delegato». Il Corriere ha aggiunto anche che «fonti vicine ai principali soci del Leone sottolineano invece che la fiducia in Greco e la volontà del rinnovo del suo mandato è stata unanime e pubblicamente dichiarata, considerata la piena soddisfazione per il lavoro svolto e i risultati ottenuti. Fiducia riconfermata anche con contratto di rinnovo alla mano».
La scelta di Greco può essere stata influenzata da una fattore economico? Domanda ovvia, visto che, come hanno riportato i media svizzeri, Martin Senn di Zurich ha percepito nel 2014 una remunerazione complessiva di 7,77 milioni di euro, rispetto ai 3,25 di Greco. Secondo alcune indiscrezioni (Financial Times), Generali «sarebbe stata disponibile a incrementare la retribuzione del ceo».
La ricostruzione fatta da Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi va in un’altra direzione: «La trattativa per il rinnovo è entrata nel vivo il settembre scorso. A condurla ci sarebbe stato da un lato Lorenzo Pellicioli, in qualità di componente del comitato remunerazione, e dall’altro Greco stesso. Nel corso del confronto si sarebbe affrontata prima una tematica di carattere economico che, si apprende, sarebbe stata risolta in tempi piuttosto rapidi. Sia per il board che peri soci era di fatto scontato procedere a una revisione al rialzo della remunerazione del manager che ha permesso alle Generali di allocare al meglio il proprio capitale completando con soddisfazione la dismissione di asset non strategici. Diversamente, si sarebbe creato una sorta di misunderstanding sulla “durata” del mandato».
Fabio Sgroi
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