sabato 25 Ottobre 2025

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PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE: ANTITRUST SANZIONA POSTE ITALIANE

Multa di 540.000 euro per aver violato più articoli del codice del consumo, nell’ambito della pubblicità relativa al libretto di risparmio postale “Libretto Smart”.
 

Poste Italiane Libretto SmartL’Antitrust ha comminato a Poste Italiane una sanzione amministrativa pecuniaria di 540.000 euro. Il procedimento ha riguardato i messaggi pubblicitari (diffusi all’interno di una campagna pubblicitaria del periodo gennaio – marzo 2015 posta in essere tramite spot video, il sito internet di Poste Italiane, a mezzo stampa, con l’invio di 643.000 email e sms ai clienti Bancoposta, nonché tramite volantini e locandine) relativi al prodotto di raccolta del risparmio postale Libretto Smart che, secondo l’Antitrust, non hanno rappresentato «in modo trasparente le reali caratteristiche dell’offerta».

Quello che è stato contestato dall’autorità (l’avvio del procedimento è datato 9 marzo 2015) è «l’omissività della campagna pubblicitaria relativa al prodotto Libretto Smart, ai sensi dell’art. 22 del Codice del Consumo in quanto, prospettando un “tasso annuo lordo dell’1,5%” e dando particolare evidenza ad alcune caratteristiche del prodotto collegate a servizi di pagamento e alla presenza di una garanzia dello Stato Italiano, senza, al contempo, informare delle principali condizioni alle quali la remunerazione dell’1,5% fosse effettivamente concessa, poteva non rappresentare in modo completo e veritiero le reali caratteristiche dell’offerta. Inoltre, la circostanza che nei messaggi pubblicitari venisse, invece, data particolare evidenza, tra le numerose caratteristiche del prodotto, a funzionalità che richiamano servizi dispositivi e di pagamento che caratterizzano conti correnti non vincolati (bonifici Sepa, carta elettronica, servizi dispositivi e informativi on line  trasferimenti facili, operazioni gratuite), poteva indurre in errore il consumatore rispetto alla natura del prodotto, che presenta in realtà caratteristiche di un prodotto vincolato, integrando per tal verso una violazione dell’art.21 del Codice del Consumo».

Lo scorso 24 aprile, Poste Italiane ha presentato degli impegni volti a rimuovere i profili di scorrettezza della pratica commerciale che però sono stati rigettati dall’Antitrust.

L’operazione, fa sapere il garante, «ha potenzialmente riguardato per lo meno tutti coloro che hanno aperto un nuovo Libretto Smart a partire dal gennaio 2015 (almeno [100.000-500.000] consumatori), nonché coloro che hanno incrementato la giacenza di Libretti Smart preesistenti, che potrebbero aver versato somme nella convinzione di poter godere del tasso dell’1,5% a condizioni che nella realtà si sono rivelate diverse da quelle attese (per un totale di circa [1-5] miliardi di euro)». Inoltre, i consumatori che «hanno aperto il Libretto dal 1 gennaio 2013 al 28 ottobre 2014 potrebbero essere stati indotti a non ritirare i propri risparmi al gennaio 2015 nella convinzione che avrebbero potuto godere del tasso dell’1,5%, quando in realtà il tasso a loro riservato era dell’1% (si tratta di circa [1,2-2] milioni di Libretti per un controvalore di circa [30-40] miliardi di euro)».

L’Antitust, in sostanza, ha ritenuto, tenuto conto anche dei pareri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e di Banca d’Italia, che la pratica commerciale di Poste Italiane risulta «scorretta ai sensi degli artt. 20, 21 e 22 del Codice del Consumo in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea, mediante la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli e omissivi relativamente alle caratteristiche e alle limitazioni del prodotto del Libretto Smart, a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in relazione al suddetto prodotto». (fs)

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