Organizzato dalle due associazioni milanesi Responsabilitàsanitaria.it e Medicina e Diritto, si è svolto presso il Grattacielo Pirelli della Regione Lombardia.
Il tradizionale incontro di fine anno dedicato al tema del management della responsabilità sanitaria organizzato dalle due associazioni milanesi Responsabilitàsanitaria.it e Medicina e Diritto si è svolto ieri sera a Milano (nelle due foto, alcuni momenti).
Suggestiva la location: il 31esimo piano del Grattacielo Pirelli di Regione Lombardia. E la scelta del posto non è stato un caso.
«Il nostro sistema sanitario nazionale», hanno spiegato in una nota le due associazioni milanesi, impegnate da sempre nel rispetto dei propri valori e scopi fondativi, a favore della promozione di una consapevole cultura di prevenzione degli eventi avversi in sanità, «affida proprio alle Regioni la responsabilità delle strutture sanitarie territorialmente pertinenti, all’interno delle quali il buon governo del rischio clinico risulta il presente e futuro driver di qualità e appropriatezza economica, nella erogazione dei servizi dedicati alla salute dei propri cittadini». All’evento hanno preso parte, tra gli altri, Alessandro Visconti, direttore dell’Autorità centrale di coordinamento e programmazione della Regione Lombardia, Umberto Genovese, coordinatore del Laboratorio di Responsabilità sanitaria della sezione dipartimentale di medicina legale e delle assicurazioni dell’Università degli studi di Milano, Filippo Martini, vice presidente di Medicina e Diritto e Attilio Steffano, animatore organizzativo dell’iniziativa. Presenti anche numerosi rappresentanti di AmTrust Europe, compagnia attiva nel mercato delle polizze di responsabilità sanitaria e in generale nella sottoscrizione dei rischi legati al mondo della sanità in Italia.
Nel corso dell’incontro, non poteva mancare il riferimento al decreto di legge dedicato proprio al tema della responsabilità professionale, attualmente in discussione nelle aule parlamentari. «Ddl il cui testo, nei suoi successivi passaggi evolutivi, pone sempre a premessa determinante il risk management, con le conseguenti “attivazioni di percorsi di audit o di altre metodologie finalizzate allo studio dei processi interni e delle criticità più frequenti”. Ecco quindi la necessità di contaminazioni professionali positive e fortemente contribuenti verso i necessari corrispondenti piani formativi di aggiornamento continuo di chi della salute dei cittadini fa lo scopo della propria attività», si legge nella nota. (fs)
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