mercoledì 05 Novembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

TRAETTO: «PER GLI ISCRITTI IN E) CI SARANNO GRANDI OPPORTUNITA’. PER GLI AGENTI INVECE…».

Il presidente dello Sniass dice la sua sui possibili scenari futuri della professione di intermediario. E lo fa non risparmiando nessuno, come suo solito. Intanto prosegue la sua battaglia per promuovere la figura dell’intermediario «libero e autonomo».
 

Traetto MaurilioNe ha per tutti. Come suo solito. Perché Maurilio Traetto (nella foto), 66 anni, broker assicurativo e presidente del Sindacato nazionale intermediari di assicurazione (Sniass) è questo: prendere o lasciare. Lotta per promuovere la figura di un intermediario assicurativo libero. E per questo sta dando l’anima, urlando ai quattro venti le sue verità: «i gruppi aziendali agenti fanno il gioco delle compagnie e remano contro il plurimandato che vuol dire libertà», «non è possibile che le compagnie decidano come deve lavorare un agente», «le attività degli intermediari iscritti in sezione E) sarà in contrasto con quelle delle compagnie», «il rapporto di subordinazione fra agente e subagente finirà», «le principali organizzazioni di categoria degli intermediari hanno paura di Sniass, della sua politica». Sono solo alcuni dei concetti espressi in questa intervista rilasciata a tuttointermediari.it e che certamente faranno discutere.

Domanda. Presidente Traetto, lo Sniass ha indetto un congresso straordinario da organizzare entro la fine di quest’anno per rinnovare i vertici. Lei ha già detto che non ha intenzione di ricandidarsi. Come mai?

Risposta. La decisione di non ricandidarmi è legata al fatto di voler dare spazio ai giovani. Il sindacato ha bisogno di gente nuova e di giovani che abbiano la voglia di creare una rete di intermediari con un profilo autonomo, libero. Ci vogliono persone di un certo livello e io sono un po’ stanco da questo punto di vista. Certo mi piacerebbe rimanere come presidente onorario, per tenere in mano il vessillo dello Sniass.

D. Giovani, dunque, che combattano per un futuro diverso…

R. …e autonomo. È questo quello che vorrei. E che vuole anche l’Antitrust, che ci sta venendo dietro seguendo la nostra politica. C’è un problema, però…..

D. Cioè?

R. I gruppi aziendali agenti, che rappresentano delle vere e proprie caste. Stanno cercando di ritornare indietro di 50 anni e si stanno rafforzando ancora di più perché hanno paura che Claudio Demozzi, riconfermato presidente dello Sna, possa portarli verso la via del plurimandato, perché lui è per il plurimandato. Lui è per un’attività libera. Credo che non riuscirà a centrare l’obiettivo, perché lo Sna è costituito dai gruppi aziendali agenti e questi vogliono mantenere un certo rapporto con le proprie mandanti. È ora di farla finita che la compagnia si sostituisca all’agente e impartisca ordini su come e dove lavorare. Non è possibile, non è possibile, non è possibile (lo ripete testualmente tre volte, ndr) andare avanti cosi.

D. Lo Sniass ha provveduto a dividere l’attività in due aree autonome: una dedicata all’assistenza nei confronti dei soggetti iscritti in A), B) e D) del Rui, e l’altra rivolta agli iscritti in E). Come mai questa decisione?

R. Una prerogativa del sindacato è quella di mettere in condizione tutti gli intermediari di essere liberi. Ma c’è il problema dei conflitti di interessi tra gli iscritti in A) e B) nei confronti degli E). Se passerà la normativa sulla semplificazione, il Registro cancellerà gli intermediari iscritti in sezione E) e questi dovranno sottoporsi a quelli che sono i rapporti con gli A) con i B). Non ci sarà più una normativa di riferimento. Noi, prima che ciò accada, vogliamo crearla, con l’obiettivo di permettere agli intermediari di avere un quadro di riferimento nel caso di eventuali contenziosi. Altrimenti ci avvaliamo ancora degli articoli del codice civile che accontentano sì, ma fino a un certo punto. Io credo che un intermediario che lavori in collaborazione con agenti o con broker debba essere comunque tutelato. Così come è adesso non si può andare avanti. Parto anche da un presupposto: oggi, il numero degli iscritti in E) sovrasta di gran lunga quello degli A) e dei B). Anzi, questi stanno assottigliandosi sempre di più.

D. Ma che fine faranno queste 180.000 persone fisiche iscritte attualmente alla sezione E?

R. Si metteranno a disposizione del consumatore di assicurazione, creando delle attività che saranno in pieno contrasto e in conflitto con le compagnie. Già oggi, a guardare bene, ci sono moltissimi intermediari che svolgono attività di infortunistica, esercitano attività di controllo, di tutela e di assistenza al cliente nel momento in cui arriva la fase del riscatto per esempio di una polizza vita e non si riesce a venirne a capo. Si tratta di una attività professionale a 360 gradi. Le compagnie, del resto, sanno bene cosa vogliono fare in futuro: lavorare con le banche, utilizzare l’on line e le poste.

D. Quindi, se ho ben capito, il ruolo degli iscritti in E) uscirà rafforzato?

R. Secondo me sì. Uscirà molto rinforzato perché gli E) dimostreranno di essere veri imprenditori, prima che produttori. Guardi, la cultura dell’intermediario è cambiata, è diversa. Oggi, su 10 giovani iscritti in E),  9 sono laureati.

D. Con l’eventuale semplificazione aumenteranno anche i contenziosi con gli agenti?

R. Beh, non sarebbe una novità. Gli agenti non hanno capito che devono spalmare la loro ricchezza. Non possono pensare di accantonare gli E) dando loro quattro soldi e prendersi le loro laute liquidazioni.

Sniass logoD. Questo rapporto di subordinazione ci sarà sempre fra gli agenti e gli E)?

R. Non credo. Sarà più un rapporto di collaborazione. Vede, Na mio parere non può esserci un rapporto di subordinazione fra intermediari. Non esiste, perché di fronte all’Ivass, e vorrei sottolinearlo, gli intermediari sono tutti uguali e tutti sono assoggettati alle sanzioni. E allora perché ci deve essere questa distinzione nel momento in cui collaborano tra loro?

D. Una domanda sull’istituendo Oria. Acb, Aiba, Anapa, Sna, Uea e Unapass hanno firmato un documento congiunto attraverso il quale sollevano dubbi sul futuro impianto. Come mai lo Sniass è rimasto fuori?

R. Perché non ci vogliono. Perché noi parliamo una lingua diversa, futuribile. Non parliamo la lingua della casta. Secondo lei perché nessuno ci invita alle tavole rotonde? Glielo dico io. Hanno paura di noi, hanno paura che noi diffondiamo la nostra politica. Lo Sniass è sempre stato a disposizione. Cosi come andiamo in Ivass o all’Antitrust siamo pronti a discutere in tutte le tavole nazionali. Lo facciamo già con tante realtà internazionali. Siamo stati invitati in Francia, in Germania e in America. A discutere di intermediazione. In Italia, invece, niente. Ci sarà un motivo…

D. Perché il numero degli agenti diminuisce e, al contrario, quello dei broker aumenta?

R. Perché gli agenti non credono più nella loro professione, non hanno più reddito, vogliono essere più liberi, vogliono avere la libertà di agire nei confronti della compagnia, cercano di proporre dei rischi in maniera diversa, che non siano solo ed esclusivamente per raccogliere denaro. Il futuro delle agenzie lo vedo molto nero…

D. È vero che la maggior parte degli iscritti allo Sniass sono gli E)?

R. Assolutamente no. Il sindacato annovera tantissimi agenti e broker, e naturalmente anche E). Nel 2013 abbiamo registrato oltre 300.000 contatti con tutti gli intermediari, con una preponderanza degli E). La sopravvivenza del sindacato si deve ai molti broker, agli agenti che sono diventati broker, agli E, e a tanti agenti che si sono avvicinati a noi perché credono a quelle che sono le nostre prospettive e le nostre politiche. Che puntano, lo ripeto, sulla figura di intermediario libero. Un intermediario che considera le compagnie semplici fornitrici di prodotti. Questo è il presente. Questo è il futuro. La gestione del cliente è invece affidata all’intermediario, che deve saper orientare l’assicurato nei meandri delle tariffe che oggi sono elaborate attraverso valutazioni che hanno dell’incredibile.

Fabio Sgroi

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