sabato 01 Novembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

BRIGHT LIFE: AGENTI, BROKER E ORA ISCRITTI IN E) AL CENTRO DEL PIANO DI SVILUPPO E DI CRESCITA QUINQUENNALE. E NEL 2026 L’OFFERTA SARA’ AMPLIATA

Il master broker è una delle ultime società che si sono affacciate nel panorama distributivo italiano, varando un progetto che mira a raggiungere un fatturato di 21 milioni di euro nel 2029. Si punterà all’ampliamento dell’offerta prodotti (malattia e infortuni) e a sviluppare una rete di intermediari. Ne parla in questa intervista Andrea Cipriano, fondatore e presidente esecutivo della società.

 

Andrea Cipriano

Il master broker Bright Life è una delle ultime società di intermediazione che si sono affacciate nel panorama distributivo italiano. Nata a fine 2023 è operativa da agosto 2024, elaborando un piano di sviluppo e di crescita ambizioso che mira a raggiungere un fatturato di 3 milioni di euro nel 2025, di 11 milioni di euro a fine 2027 e di 21 milioni di euro a fine 2029.

La crescita passerà attraverso il progressivo ampliamento dei prodotti in portafoglio (attualmente l’unico prodotto commercializzato è la polizza Tcm Star Solution, distribuita per conto di LifeStar Insurance, ma già nel 2026 ci saranno novità) e l’espansione distributiva (puntando, fra l’altro, su una rete di intermediari assicurativi, agenti, broker e iscritti nella sezione E del Rui) sul territorio nazionale.

E all’orizzonte c’è anche lo sbarco all’estero, in Spagna. Degli obiettivi della società, di come opera, di come intende sviluppare i canali distributivi e ampliare il portafoglio prodotti e le partnership, Tuttointermediari.it ha parlato con Andrea Cipriano, che di Bright Life è fondatore e presidente esecutivo.

Domanda. Mancano due mesi alla fine del 2025 e l’obiettivo di Bright Life è chiudere l’anno con un fatturato di 3 milioni di euro. Sarà centrato?

Risposta. Direi di sì. Supereremo l’obiettivo almeno dell’11% andando al di là del piano che ci siamo posti.

D. Il progetto di crescita della società prevede, tra l’altro, l’ampliamento dei prodotti in portafoglio. Su quali segmenti di mercato andrete?

R. Abbiamo intenzione di puntare su due nuovi ambiti specifici: il primo riguarda il malattia e in particolare il rimborso delle spese mediche. Nel mondo retail, mi riferisco al singolo contraente – assicurato, esiste dal mio punto di vista ancora un ampio margine di lavoro. C’è un enorme mercato e se in Italia, in generale, siamo sottoassicurati, nel mondo malattia lo siamo ancor di più. Abbiamo già identificato tre operatori specializzati, italiani e stranieri, con cui siamo in piena trattativa. Contiamo di finalizzare l’accordo nei primi mesi del 2026. Sceglieremo un solo partner, quello che sarà più vicino alle nostre aspettative di accompagnamento e di supporto.

D. Quali condizioni ricercate?

R. L’aspettativa che abbiamo è trovare un partner che sia in linea con quanto abbiamo trovato in Life Star Insurance, cioè una compagnia boutique che vuole esplorare il mercato italiano della protezione. Questa è la nostra mission e vogliamo perseguirla in una maniera un po’ diversa, puntando non solo sul prodotto, ma sui servizi a corredo che, oggi, fanno la differenza…

D. L’altro ambito su cui punterete?

R. Ci piacerebbe entrare in un ramo coerente con il vita – protezione: il mondo degli infortuni. La nostra polizza Tcm distribuita attualmente prevede sì una garanzia infortuni, ma è accessoria al vita e come tale contempla una serie di caratteristiche tecnico – assicurative che non la rendono un prodotto di per sé autonomo e “forte”, dal momento che presenta delle limitazioni e una franchigia del 66%. L’idea, invece, è commercializzare un prodotto che abbia una connotazione vera e propria di tutela da infortuni, da realizzare su misura pensando alla protezione e alle esigenze in particolare della famiglia italiana. Punteremo su questo ambito nella seconda parte del 2026.

D. Partner?

R. Abbiamo qualche idea, ma allo stato attuale non ci sono trattative avviate.

D. Entro un anno, quindi, i prodotti commercializzati passeranno da uno a tre…

R. L’obiettivo è dare una visione ai nostri prodotti che sia veramente quella di una protezione a 360 gradi, coprendo l’esigenza delle persone in un contesto di protezione famigliare. Con una Tcm, una polizza malattia e una infortuni andremo a creare una piramide fondamentale di assoluta protezione della famiglia.

D. Accordi di distribuzione. L’obiettivo è chiudere il 2025 con 10 partnership (intese come rapporti di collaborazione con intermediari iscritti nel Rui) e ampliarle a 35 entro il 2029. Oggi come è la situazione?

R. Inizialmente abbiamo stipulato accordi con agenti e broker. Oggi sono oltre 10 tra lettere A e lettere B. Dal 1° ottobre scorso, e Tuttointermediari.it è la prima testata a cui diamo questa notizia, abbiamo una nuova linea distributiva in quanto ci siamo aperti agli iscritti nella sezione E del Rui. Si tratta, in particolare, di società. In questo modo abbiamo accolto una richiesta forte che ci è arrivata dal mercato in una logica espansiva, orizzontale di canalizzazione. Questo ci consentirà di chiudere il 2025 contando su oltre 15 accordi di distribuzione totali.

D. Quale profilo di intermediari cercate?

R. Attualmente abbiamo accordi con società di distribuzione piccole – medie, vere e proprie boutique. Nessuna partnership con società grandi e anche questa è una scelta ben ponderata. Per rispondere in maniera più precisa alla sua domanda ricerchiamo intermediari strutturati, quindi con una rete di collaboratori (in media 10-20), che abbiano una propensione nell’ambito vita e protezione. Dal punto di vista territoriale non abbiamo limitazioni. Attualmente abbiamo una maggiore concentrazione nel Nord Italia, ma guardiamo con assoluto favore anche al Sud della nostra penisola.

D. Avete in mente di costituire una rete strutturata di collaboratori diciamo così… “preferenziali”?

R. No, questo aspetto per noi non è strategico.

D. L’intenzione è quella di puntare anche alle piccole banche locali, alle sim e ai mediatori creditizi specializzati nel comparto vita. Giusto?

R. Siamo ancora in una fase esplorativa. Certamente guardiamo con grandissimo favore al mondo delle piccole banche. Abbiamo avviato i primi contatti con il mondo della distribuzione finanziaria. Per sim e mediatori creditizi ritengo che la nostra offerta, anche quella attuale mono prodotto, possa offrire degli spazi interessanti di valutazione.

D. Perché un intermediario dovrebbe scegliere di collaborare con voi?

R. Perché oggi può distribuire un prodotto, Star Solution, che presenta degli elementi fortemente distintivi rispetto al mercato e che abbiamo personalizzato. Citerei: la possibilità di veicolare una Tcm che presenta una serie di garanzie accessorie (6) che permettono diverse decine di combinazioni del prodotto (tra cui il raddoppio del capitale in caso di morte accidentale, la triplicazione del capitale in caso di morte da incidente stradale, la garanzia cancro, l’invalidità permanente da malattia, l’esonero del pagamento del premio in caso di infortunio, la long term care); una tariffa tecnica interessante nell’età cardine per la Tcm (e competitiva per esempio sia per i fumatori, sia per coloro che non fumano, a differenza di altri player che privilegiano fortemente il non fumo rispetto al fumo); una piattaforma distributiva digitale (Smart Broker Space) che garantisce la completa digitalizzazione del processo di collocamento delle polizze; da durata della polizza (30 anni); l’erogazione di un bonus (restituzione dei premi lordi versati) a partire dal raggiungimento di 20 anni di fedeltà nel piano assicurativo.

D. Resterete sempre su una fascia di clientela privata?

R. Le do una esclusiva. A brevissimo lanceremo una nuova versione della polizza Tcm pensata per assicurare il key man, con un aumento significativo del capitale assicurabile che passerà da 300.000 euro fino a un milione di euro per testa assicurata.

Un momento dell’intervista ad Andrea Cipriano presso la sede della società in via Felice Casati a Milano

D. Torniamo al rapporto di collaborazione con gli intermediari assicurativi. Bright Life li segue con uno specifico programma di valutazione della loro attività. Può approfondire questo aspetto?

R. Nella fase di onboarding di un nuovo intermediario, verifichiamo a monte del processo distributivo il nuovo partner commerciale. Come? Attraverso la richiesta di una quantità significativa di documenti. Se dai report analizzati rileviamo degli alert, pesiamo l’informazione e decidiamo se proseguire con il processo di accreditamento o meno. Aggiungo che a valle c’è un secondo processo di valutazione: ricorriamo, infatti, a un avanzato sistema di audit degli intermediari e dei loro collaboratori attraverso welcome calls e audit calls sui clienti finali. In pratica ci mettiamo in contatto telefonicamente con chiunque abbia siglato una proposta di polizza con la compagnia Life Star per verificare se davvero il consulente abbia adempiuto appieno al dovere di onorabilità e professionalità. Verifichiamo se l’intermediario in questione abbia seguito i criteri di appropriatezza e adeguatezza del prodotto rispondendo alle esigenze del cliente. Se il feedback è negativo, alla proposta di polizza non viene dato seguito.

D. Non c’è il rischio che l’intermediario assicurativo, di fronte a quello che può sembrare un eccessivo sistema di controllo e di richiesta di informazioni, possa frenare il suo interesse a collaborare con la vostra società?

R. Non credo. Non lo vedo come un ostacolo. Al contrario, è una opportunità per noi, per la compagnia e soprattutto per il cliente quella di poter lavorare con realtà assicurative dotate di una organizzazione interna che risponde totalmente alle policy Pog che un distributore retailer deve possedere per poter svolgere l’attività di intermediazione conforme alla normativa.

D. Bright Life guarda anche all’estero. C’è l’ambizione di esportare il proprio modello oltre i confini italiani, partendo nel 2026 dalla Spagna. Come mai questo Paese? E soprattutto: non è forse prematuro compiere questo passo? Non sarebbe il caso prima di consolidare i numeri in Italia?

R. La domanda è pertinente e ha ragione ad avere dei dubbi in merito alle tempistiche. Le rispondo. La nostra intenzione è quella di approfittare delle buone relazioni internazionali che coltiviamo e che ci potrebbero permettere di by-passare e accelerare quella rituale attività che è l’esplorazione di mercato. Abbiamo contatti sufficienti per i quali possiamo avere una rappresentazione concreta di ciò che accade in Spagna e di come possiamo operare efficacemente in questa nazione. L’attività, comunque, è pianificata entro la fine del 2026, con la commercializzazione dei nostri prodotti nel primo semestre 2027.

D. Quella in Bright Life rappresenta, per lei, una nuova sfida professionale dopo i trascorsi, tra l’altro, in Europ Assistance, April Group e nel gruppo Hdi. Cosa si aspetta?

R. Ho il privilegio e l’onore di guidare questa azienda e, al di là di quelle che possono essere le mie aspettative, la più grande aspirazione che coltivo è saper rispondere in modo pieno agli obiettivi che si è data questa società e alle aspettative ambiziose della proprietà. E voglio farlo nel modo più idoneo ed eccellente possibile…

Fabio Sgroi

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