giovedì 06 Novembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN SARA ASSICURAZIONI. PARLA TOSTI

Il direttore generale della compagnia: «È un animale complesso e molto articolato. Noi cerchiamo di classificarla su tre domini…I nostri agenti e operatori? L’interesse è indubbio, ma siamo ancora in una fase pioneristica…».  

Alberto Tosti

«Un animale complesso e molto articolato». Così Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni, definisce l’intelligenza artificiale. Intervenuto nel corso del Festival delle Assicurazioni di qualche giorno fa, evento organizzato da MF-MilanoFinanza, il manager ha spiegato come questo strumento tecnologico viene classificato all’interno di Sara.

«I domini, fondamentalmente, sono tre», ha dichiarato. «Il primo è sulla produttività personale e abbiamo potuto constatare quanto l’IA sia molto utile non solo in ufficio, ma anche a casa. È uno strumento che ci consente di scrivere meglio, di riassumere, di analizzare tabelle, dati ed è anche un grande suggeritore che va al di là di quello che è semplicemente la richiesta sul web. È un tipo di assistente personale alla produzione personale di tutti i nostri colleghi che se ben gestito e ben controllato sicuramente aumenta notevolmente la produttività. Certo, bisogna evitare che professionisti, operatori aziendali e dirigenti siano un po’ troppo egoisti e lavorino un po’ troppo da soli senza condividere le informazioni perché sicuramente l’IA è uno strumento potentissimo. Il secondo dominio riguarda tutti quei tool che sono già all’interno dei servizi che noi acquistiamo. Il terzo è più complesso ed è quello di utilizzare questi ambienti in maniera protetta per gestire tutte le informazioni aziendali».

In tutti questi tre ambienti, ha precisato Tosti, «noi usiamo l’intelligenza artificiale…evidentemente c’è un tema di adoption e di formazione».

Ma la rete. Quale è l’approccio nei confronti dell’IA? «In loro, e mi riferisco agli agenti assicurativi professionisti e ai circa 4.000 operatori che stanno presso i nostri punti vendita, si nota già un indubbio interesse, ma devo dire che ancora siamo in una fase pioneristica. Abbiamo alcuni che dal punto di vista generazionale e per una questione di passione e di interesse sono nettamente più portati e altri che invece lavorano ancora in maniera molto tradizionale».

Fabio Sgroi

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