La componente del comitato scientifico del Cesia: «Siamo ancora distanti da una situazione ideale, ma nella semplificazione contrattuale sono stati compiuti, in questi anni, passi in avanti».
«Siamo ancora distanti da una situazione ideale ma nella semplificazione contrattuale sono stati compiuti passi avanti in questi anni. Bisogna considerare, d’altra parte, che semplificare una questione complessa, come è un contratto assicurativo, non vuol dire banalizzare». È il pensiero di Patrizia Contaldo, componente del comitato scientifico del Cesia (Centro studi intermediazione assicurativa), espresso in occasione della recente presentazione dell’Annual Report 2024 dell’organismo istituito da Cgpa Europe, dove la stessa ha partecipato a una tavola rotonda sul tema “semplificazione dell’informativa precontrattuale e chiarezza dei contratti assicurativi”.
Per Contaldo, «alla semplificazione si può arrivare anche applicando competenze (fisiologiche, grafiche, linguistiche) non immediatamente associate a una materia legale». E ha fatto anche un esempio: «Gli studi sul cervello indicano che una persona impiega più tempo a interiorizzare un concetto formulato in termini negativi. Che cosa vuol dire? Che le clausole di un contratto devono essere redatte in termini positivi più che di divieti. L’uso professionale della grafica può facilitare a orientarsi in un testo, rendendolo più comprensibile. La lingua e la sintassi possono rendere un testo meno ostico e le esemplificazioni aiutano a capire».
Insomma, ha osservato Contaldo, «anche in presenza di contenuti complessi si può fare molto per facilitare la comprensione. Le competenze multidisciplinari, anche quelle digitali, possono aiutarci a raggiungere livelli soddisfacenti di semplificazione. La semplificazione deve coinvolgere tutto l’ecosistema assicurativo e anche gli intermediari possono avere un ruolo». (fs)
© RIPRODUZIONE RISERVATA