È quanto ha fatto sapere Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass. L’indice di solvibilità medio era pari al 257%.
Anche nel 2024 la patrimonializzazione delle imprese italiane è rimasta su livelli che Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass, ha definito «elevati».
Intervenuto di recente, in audizione, presso la commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo del Senato, il numero uno dell’istituto di vigilanza ha reso noto che, al termine dello scorso anno, l’indice di solvibilità medio delle imprese italiane (Solvency capital requirement o Scr), cioè l’indicatore che mette in rapporto i rischi dell’attivo e del passivo con il patrimonio, era pari al 257%, a fronte di un minimo regolamentare pari al 100%.
Signorini ha ricordato anche i risultati di un esercizio di stress test condotto in ambito europeo sempre lo scorso anno, che hanno confermato che il sistema italiano «rimarrebbe solvibile anche in presenza di shock avversi».
In particolare, l’indice di solvibilità aggregato delle 11 entità assicurative coinvolte nell’esercizio diminuirebbe al 135% nel caso (ipotetico) in cui gli assicuratori non intervenissero con azioni correttive per fronteggiare gli shock esogeni previsti dall’esercizio. Con l’attivazione di queste misure, l’indice medio di solvibilità si ridurrebbe in misura più contenuta, al 149%. Anche lo scenario avverso sulla liquidità previsto dallo stress test non farebbe emergere elementi critici. (fs)
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