Fumata nera per l’elezione del nuovo presidente. E il Gruppo agenti di assicurazione Toro (Gaat) va su tutte le furie. Ecco perché.
Scoppia la polemica attorno alla presidenza della Cassa di previdenza agenti Toro, che ieri avrebbe dovuto eleggere il presidente.
Secondo quanto si legge in una nota diramata dal Gaat, il Gruppo agenti di assicurazione Toro (presieduto da Roberto Salvi, nella foto), «i componenti di nomina impresa, che rappresentano le Assicurazioni Generali, hanno ritenuto di negare», allo stesso Gaat, la presidenza della Cassa nonostante i suoi candidati fossero stati «democraticamente eletti con la maggioranza schiacciante dei consensi rispetto ai candidati dell’altra organizzazione degli agenti Toro, l’Unat (Unione nazionale agenti Toro, ndr), che non avendo ottenuto il quorum necessario di voti non ha nessun candidato nel Comitato amministratore».
La motivazione di questo diniego, sempre secondo il Gaat, è stata: «L’Unat chiede la determinazione di un Comitato che possa essere super partes rispetto a eventuali dinamiche dei gruppi agenti e ritiene che tale dinamica possa essere conseguita solo con un presidente di compagnia. La compagnia ritiene, anche in una logica di alternanza, tale richiesta condivisibile: pertanto esprime come candidato alla presidenza il dott. Negro».
Il Gaat ha rifiutato questa risposta, ritenuta «a dir poco provocatoria e certamente non rispettosa delle regole democratiche». Di conseguenza, come stabilito dalla convenzione nazionale delle casse di previdenza agenti, «la nomina è stata necessariamente rimessa al presidente della Camera di Commercio competente per territorio».
Quanto accaduto, ha sottolineato il Gaat, ha determinato anche «l’impossibilità di discutere gli altri importanti punti all’ordine del giorno del comitato, tra i quali le decisioni in merito all’investimento di liquidità disponibile».
La presidenza del Gaat ha espresso «profonda amarezza per un episodio grave, sconcertante e che rompe una prassi di tanti e tanti anni». (fs)
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