Intervenuto al convegno della settimana scorsa a Catania, il parlamentare ha sottolineato tutte le falle di un sistema assicurativo che, a suo dire, «ha dimostrato fino a oggi di non essere all’altezza del compito e dove la concorrenza è inesistente». Ecco perché nasce la Tariffa Italia…
Ci teneva Leonardo Impegno (nella foto), parlamentare del Pd e componente della decima commissione Attività produttive, Commercio e Turismo alla Camera dei Deputati, a partecipare al convegno di Catania di lunedì scorso, organizzato dalla locale sezione provinciale dello Sna. Del resto, in un convegno dove si parlava di Ddl Concorrenza, di assicurazioni Rc auto e di tutela dei consumatori, non poteva mancare colui che è stato il promotore della cosiddetta Tariffa Italia. E nonostante i disagi vissuti a causa di un lungo ritardo del volo aereo che da Napoli lo ha portato nella città etnea, alla fine ha voluto esserci.
La tariffa Italia, si diceva. Suo l’emendamento presentato e approvato alla Camera l’anno scorso. In sostanza, un passaggio chiave e per certi versi rivoluzionario di questo disegno di legge: «Agli automobilisti residenti nelle regioni dove il costo medio del premio, calcolato sulla base dell’anno precedente, è superiore alla media nazionale e che non abbiano fatto incidenti per 5 anni consecutivi, verrà applicata una percentuale di sconto tale da commisurare la loro tariffa a quella media che verrebbe applicata a un qualsiasi assicurato, dalle stesse caratteristiche soggettive e collocato nella stessa classe di merito, residente in una regione con un costo medio inferiore alla media nazionale». In altre parole, a Napoli e provincia la tariffa media Rc auto verrebbe addirittura dimezzata.
Impegno ha spiegato, nel corso del convegno, come è nata questa iniziativa. Lo ha fatto, tra l’altro, dinanzi ai rappresentanti delle compagnie (Ania, UnipolSai e Allianz) che invece l’hanno sonoramente bocciata. «Si tratta di una iniziativa che non riguarda solo la zona di Napoli, ma è destinata ad avvantaggiare tutto il sistema assicurativo, in modo particolare gli utenti e paradossalmente anche le compagnie», ha esordito Impegno. «Il mio approccio parte dal fatto che il 95% degli italiani paga di più di qualsiasi altro cittadino europeo. E allora da persona attenta, non demagogica e populista, non dico che la ragione sta solo da una parte; credo che vada trovato un punto di equilibrio che da un lato soddisfi il consumatore e dall’altro consideri, in un mercato libero concorrenziale, il lavoro che fanno le compagnie di assicurazione. Il mio, quindi, credo sia un approccio liberale. Ritengo sia giusto che le compagnie debbano fare profitti e debbano guadagnare. Ci sono però dei punti sui cui credo che la politica e in generale il Parlamento debba intervenire in quanto rappresentativo degli interessi del popolo. Dal mio punto di vista», ha affermato Impegno, «considero profondamente ingiusto che un cittadino che ha lo stesso comportamento di un altro cittadino in un’altra parte del paese si trovi a pagare il premio della Rc auto 2, 3, 4 volte in più. Ritengo al contrario necessario che i farabutti e i truffatori vadano “bastonati”. Alla luce di ciò credo che le persone oneste, perbene e virtuose vadano premiate ovunque esse si trovino. Siamo teoricamente in condizione di fare una assicurazione per ognuno di noi senza distinzioni particolari facendo leva sugli strumenti tecnologici che oggi abbiamo a disposizione. Mi riferisco, per esempio, all’utilizzo della scatola nera».
LA LOTTA ALLE FRODI – Impegno è stato molto critico nei confronti di quanto si sta facendo per contrastare le frodi nella Rc auto. «L’Italia è il Paese che, in assoluto in Europa, ha scovato di meno le frodi. L’Inghilterra è al primo posto. Di chi è la colpa? Solo delle compagnie? Credo di no. È del nostro sistema giudiziario? In parte sì. E allora occore trovare una intesa, bisogna fare un passo in avanti», ha sostenuto Impegno. «Il fatto (negli ultimi giorni in Senato è passato questo emendamento, ndr) che le compagnie segnalino al procuratore che una persona è andata a testimoniare tre volte è giusto. Anzi, secondo me bisognerebbe inasprire questa norma». Il deputato del Pd ha ricordato anche un’altra misura che è stata approvata, la possibilità da parte delle compagnie, di «accedere all’archivio telematico dell’Ivass e quindi avere dei dati a disposizione per meglio individuare le frodi».
IL SISTEMA ASSICURATIVO ATTUALE NON FUNZIONA – «Io sono per cambiare un sistema assicurativo che ha dimostrato fino a oggi di non essere all’altezza del compito. È un sistema dove non c’è concorrenza e questo ha influenzato notevolmente la politica delle tariffe», ha sottolineato Impegno. «Se l’intenzione è quella di risolvere tutti i difetti di questo sistema aumentando le tariffe relative a quella che è una assicurazione obbligatoria per legge e allora ci perdiamo tutti quanti, i clienti e anche le compagnie. Quale altro paese europeo ha 4 milioni di auto non assicurate? Quale altro paese ha un fenomeno così diffuso come quello delle cosiddette residenze di comodo? Quale altro paese ha così tante targhe straniere in giro per il nostro territorio?», si è chiesto Impegno.
«La mia non vuole essere una battaglia demagogica. Queste problematiche vanno risolte insieme. Abbiamo approvato una legge che permette di stabilire, attraverso una semplice foto di una targa, se un’auto è assicurata oppure no. È positivo questo? Penso di sì. E allora perché non ci mettiamo nell’ottica anche di considerare positivo il fatto di premiare un cittadino che per 5 anni non ha fatto incidenti e ha istallato la scatola nera rispetto a un altro assicurato che in un’altra zona d’Italia ha fatto due incidenti e paga un premio Rc auto inferiore. È un paradosso che non possiamo consentirci come paese». (Sopra un momento dell’intervento di Leonardo Impegno durante il convegno di Catania)
TARIFFA ITALIA: COSA SUCCEDE SE PASSA? E SE NON PASSA? – La Tariffa Italia è stata approvata alla Camera. Adesso è in discussione al Senato. «Non voglio neanche prendere in considerazione l’ipotesi che non vada in porto», ha affermato Impegno. «I prossimi giorni saranno decisivi. Se questa proposta dovesse passare, e spero che sia così, le compagnie dovrebbero guardarla con molta attenzione. Credo che la legge così come è sia equilibrata e non limiti la libertà tariffaria da parte delle compagnie». E se non dovesse passare? «Torneremo alla carica. Questa proposta prima o poi passerà. Sarà tra 5 anni o tra 10 anni. Intanto vediamo cosa siamo in grado di fare adesso…».
Fabio Sgroi
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